Neanche la rete web si salva dagli effetti della crisi. Il mercato dei domini internet “.it”, ovvero il Country code top level domain (cctld) che rappresenta il made in Italy su Inernet ha infatti registrato un vero e proprio crollo.
Nel 2014 le registrazioni sono cresciute del 4,8% raggiungendo quota 2,8 milioni, ma gli addii al web sono stati 495mila. Il Registro .it che è l’anagrafe dei domini nazionali gestita dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), ha avviato un’indagine su un campione di 1.417 microimprese (in forma di società e di liberi professionisti) che hanno cancellato il proprio dominio.
I risultati tratteggiano un quadro direttamente collegato alla crisi: la durata media di utilizzo del dominio “.it” è di circa 3 anni, mentre il 69,5% del campione ha detto di aver deciso di cancellare il proprio dominio una volta concluso il progetto legato al lancio della pagina web.
Più di tre quarti del campione, dopo la cancellazione, non ha sostituito il suffisso italiano con un concorrente. Altre ragioni della cancellazione riguardano i costi ritenuti troppo alti, l’utilizzo di alternative o la ricerca di una diversa connotazione di immagine. E, buon ultimo, il mancato riscontro dei vantaggi ipotizzati.